Conosciuti come ” ottavi”, o “terzi molari”, i denti del giudizio devono il loro nome al fatto che erompono generalmente in una età compresa tra i 18 e i 25 anni, determinando dunque il completamento della dentizione “permanente”. Talvolta succede che possano rimanere inglobati all’interno dell’osso o della sola gengiva, senza completare il loro percorso di completa eruzione, (si parla infatti di “parziale” o “totale” inclusione ), causando processi infiammatori di varia entità che ne possono rendere necessaria l’estrazione.
Oggi questi denti vengono ritenuti meno importanti dal punto di vista funzionale, visto che – rispetto ai nostri progenitori – le diete, prima esclusivamente composte da carni e da cibi molto duri, sono rappresentate da alimenti certamente più morbidi. Nel corso dei secoli, inoltre, le ossa del cranio, mandibola e mascella, hanno subìto un fenomeno di adattamento alle esigenze della specie, con una riduzione progressiva del volume disponibile alla eruzione dei terzi molari.
Questi dunque nel loro percorso di crescita possono rimanere bloccati. Nel caso in cui non siano regolarmente allineati in arcata, ne è consigliabile la cura solo se sono affetti da patologie di lieve entità, come carie o gengivite. Ma nel caso di pulpiti, carie penetranti, ascessi o altre complicanze, le difficoltà operative suggeriscono di procedere alla chirurgia estrattiva.
L’avulsione va pianificata con l’ausilio di un esame radiografico 3D ( CBCT), per valutare il rapporto di eventuale contiguità tra radici e canale mandibolare nell’arcata inferiore, o con il seno mascellare nell’arcata superiore. Talvolta possono esitare complicanze. Ogni situazione andrà dunque valutata dal dentista di fiducia per scegliere la soluzione più indicata alla risoluzione del problema.
Dott. Riccardo Figlioli
Dentista a Palermo