In odontoiatria i tipi di laser utilizzati sono diversi. Ognuno di loro ha una specifica funzione in rapporto al materiale attivo presente che ne determina la lunghezza d’onda di azione e dunque il differente utilizzo. Nella nostra attività di ogni giorno usiamo il laser a diodi, con lunghezza d’onda 810/980 nm, affine alle molecole di emoglobina e melanina cioè ai pigmenti scuri.
Il suo impiego è rapido, semplice ed elettivo nella chirurgia del cavo orale, in endodontia, in parodontologia.
CHIRURGIA: taglia e coagula contemporaneamente, evita la necessità di suture, determina rapida guarigione dei tessuti, riduce l’edema e induce maggiore confort post-operatorio.
Utile quindi nelle gengivectomie e gengivoplastiche, nella rimozione di piccole neoformazioni del cavo orale come fibromi e cisti, nelle frenulectomie, nel trattamento di afte e lesioni erpetiche, nella vaporizzazione di angiomi.
ENDODONTIA: sterilizza i canali radicolari infetti.
PARODONTOLOGIA: si affianca ai trattamenti di igiene orale e profilassi decontaminando dai batteri le tasche gengivali; è utilizzato anche nella risoluzione di ascessi parodontali e nelle perimplantiti.
Il laser consente inoltre di eseguire queste terapie usando minori quantità di anestesia, riducendo l’entità del trauma e la sua percezione, diminuendo drasticamente il sanguinamento, inducendo una più rapida guarigione, insomma un maggiore confort per il paziente se ” laser assistito “.
È forse iniziata una nuova era…? Forse si, ma niente alchimie, è solo luce al servizio dell’uomo.