Leggo con interesse, e ne riporto alcuni frammenti, un articolo estremamente acuto e coraggioso di un insigne collega, il Dott. Mauro Labanca, che, andando controcorrente, ammonisce sulla facilità con cui oggi la fretta di ottenere risultati rapidi, ci induce sempre più spesso a dimenticare che i corretti tempi e modi di guarigione non sempre possono essere influenzati dalle nuove tecniche.
Dal dentista oggi i pazienti, in un epoca nella quale ci si è abituati ad avere ormai tutto e subito, chiedono che anche in Implantologia la biologia si adegui al mutamento delle loro aspettative.
E dunque “chirurgia guidata”, “impianti post estrattivi”, ” carico immediato”, ” chirurgia ossea rigenerativa”, sono termini ormai estremamente noti anche a chi si deve sottoporre alle terapie implantari. Le aziende, ovviamente, spingono i dentisti ad adottare nuove tecniche e nuovi protocolli inducendoli all’acquisto di attrezzature e materiali di nuova generazione.
” In questa folle corsa verso chi è più veloce nel mettere impianti e denti, che ci porterà presto ad una drammatica ricaduta in termini di insuccessi, problemi assicurativi e danno di immagine personale e di categoria, molti sono dunque i responsabili.”
L’ odontoiatra, al centro delle pressioni indotte dai pazienti e dalle aziende, invece di agire con autonomia decisionale, pur di ” non perdere il caso”, fa quello che il mondo esterno impone, pagandone poi in prima persona le conseguenze..
Citando George Bernard Shaw, Labanca conclude affermando che ” la scienza è sempre imperfetta. Ogni volta che risolve un problema ne crea almeno dieci nuovi.”
Per quanto mi riguarda, sono un grande sostenitore della ricerca scientifica e della evoluzione tecnologica, da utilizzare però sempre in accordo a protocolli validati ed al massimo rispetto delle leggi biologiche.
Dott. Riccardo Figlioli
Dentista a Palermo